L’Epomeo non è un vulcano, come molti credono, ma un un blocco inclinato di tufo verde. Rappresenta circa il 34% della superficie totale dell'isola ed è venuto fuori a seguito di una forte eruzione, di tipo esplosivo, all’incirca 55.000 anni fa. Raggiunge un’altezza di 789 metri s.l. m. e la sua cima è facilmente raggiungibile, più o meno un’ora di cammino, dalla piazza di Fontana (Serrara Fontana). Da tempo, infatti, una strada asfaltata sostituisce l’antico sentiero, tranne che per il tratto finale, una mulattiera sterrata, comunque agevolmente percorribile. Anche se il percorso non è proibitivo, è ugualmente preferibile indossare un abbigliamento adeguato ed evitare la salita nelle ore più assolate, soprattutto d’estate.
Guadagnata la vetta, il turista può godere di un panorama straordinario, che abbraccia le isole di Capri e Ponza, Napoli, il Vesuvio, la penisola sorrentina, e che svela il lato mistico dell’isola d’Ischia. Come se la salita per arrivare in cima simboleggiasse anche un cammino di elevazione spirituale. E simili dovevano essere le sensazioni che indussero, prima, la nobile Beatrice Quadra, vedova D’Avalos, a fondare un ritiro per monache (salvo poi successivamente spostarsi all’interno delle mura del Castello Aragonese) e poi altri anacoreti, come frà Giorgio Bavaro, o nel 1753 frà Giuseppe D’Argout, ex Governatore del Castello d’Ischia, a stabilirsi in eremitaggio sulla vetta rocciosa del Monte Epomeo.
L’antico eremo, dedicato, pare già dalla metà del ’400, al culto di San Nicola di Bari, venne trasformato, anni addietro, in una locanda e le antiche celle dei frati in spartane, ma tutto considerato, confortevoli, camere di albergo. Attualmente questo sito non è in attività. Resta solo una piccola chiesa, che insieme alle celle scavate nella pietra e alle cosidette “fosse della neve”, grotte realizzate manualmente allo scopo di conservare la neve d’inverno per poi riutilizzarla come ghiaccio in estate, rappresentano tipici esempi di architettura rupestre.
La Terra Cava ed il regno sotterraneo di Agharti
C’è però un’altra storia del Monte Epomeo, una storia a metà tra esoterismo e letteratura fantasy.
Sul finire del XIX secolo, riprendendo e mettendo insieme alcune suggestioni del buddhismo tibetano, degli antichi abitanti delle Americhe, degli Egizi, si diffuse in Occidente una teoria leggendaria secondo cui il centro della terra sarebbe abitato da una civiltà molto evoluta, gli Agharti, con una loro maestosa capitale Shamballa. A corredo indispensabile della credenza, la convinzione che la terra sia cava, cioè vuota all’interno, perchè si sosteneva, qualcuno lo fa ancora, che se così non fosse la sua massa sarebbe tale da attrarre a sè tutti gli altri corpi del sistema solare.
Diversi i romanzieri, più o meno di successo, che hanno speculato su questi temi. Uno si chiamava Willis George Emerson e, nel 1908, scrisse “Il Dio fumoso”, biografia di un marinaio norvegese che sosteneva di aver viaggiato al centro della Terra attraverso un varco al Polo Nord. Precedente, del 1864, ma di sicuro più conosciuto il romanzo “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne, uno dei padri della moderna fantascienza. Ancora, i testi scritti dell’esploratore polacco Ferdinand Ossendowski, che, nel 1923, dopo un suo viaggio in Asia, sostenne di aver avuto delle informazioni fondamentali da parte di alcuni Lama e di un principe mongolo, Ciultun Bejli. Le informazioni convergevano nel descrivere un regno sotterraneo, fatto di lunghissime gallerie situate sotto tutta l'Asia, in Tibet, in Mongolia, nel Deserto del Gobi e che poi si estendono per il mondo intero attraverso varie entrate, tutte ben occultate. Ecco, secondo diverse mappe, immancabilmente saltate fuori mano a mano che il filone si faceva popolare, il Monte Epomeo sarebbe uno degli ingressi di questo regno sotterraneo. Più nel dettaglio, l’Epomeo, al pari degli altri ingressi, sarebbe una centrale energetica incaricata di fornire energia al mondo sotterraneo, canalizzando la corrente cosmica di natura magnetica chiamata Vril, a sua volta irradiata a tutto il regno attraverso una gigantesca colonna di granito, lo Zed, un traliccio dell’alta tensione sui generis, situato all’interno delle piramidi di Chiope.
Se credete a queste storie e volete irradiarvi dell’energia cosmica del Vril, non vi resta allora che indossare scarpe da trekking e scalare la vetta del Monte Epomeo.