La parola che ritorna più di frequente nelle recensioni che si trovano "in giro" per il web è "passione". La passione di un uomo, Salvatore Di Meglio, che insieme a moglie e figli ha "strappato" all’oblio l’antica cantina di famiglia in località Pallarito, uno dei tanti alvei naturali che solcano il versante meridionale dell’isola d’Ischia, a metà strada tra le frazioni di Buonopane (Barano d'Ischia) e Fontana (Serrara Fontana).
Salvatore ha fatto di necessità virtù. Prima ha riconvertito la cantina, i cellai e la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana nella casa dove per anni è vissuto insieme alla moglie e i suoi tre figli. Poi, quando sono andati a vivere altrove, ha trasformato quella casa in un museo dove ha raccolto e catalogato gli attrezzi anticamente in uso nella difficile arte della viticoltura a Ischia, insieme a una gran quantità di sculture in legno e pietra locale, l’onnipresente tufo verde del Monte Epomeo.
Non solo. Perchè Salvatore, "armato" della stessa pazienza con cui i suoi avi riuscivano a strappare a una natura difficile i piccoli terrazzamenti da destinare alla coltivazione della vite, è riuscito nell’impresa di decorare tutti gli ambienti della casa con pietre marine e conchiglie scelte personalmente una per una.
Dal punto di vista architettonico, la casa è una preziosa testimonianza delle antiche costruzioni rupestri dell’isola d’Ischia. Sarebbe meglio dire dell’eroismo e della temerarietà delle vecchie maestranze locali, dal momento che gli ambienti sono di prevalente sviluppo verticale, fino ad arrivare su un piccolo pianoro, proprio al confine col bosco, dove una volta c’era una piccola vigna e oggi invece un gazebo, una tavola, un cannocchiale e delle sedie in legno.
Sotto "scorre" l’ex Strada statale 270 che da questo lato dell’isola è tutta curve e tornanti, simili alle curve e i tornanti della costiera amalfitana. Una sfinge egiziana, ricordo della partecipazione del comune di Serrara Fontana a un’edizione della Festa di Sant’Anna "avverte" chi passa di lì della presenza della Casa Museo. Un’alternativa da tenere in considerazione quando piove, quando il mare è agitato, o magari come tappa del classico giro dell’isola d'Ischia lungo l’anello stradale.
Ad attendervi troverete il capostipite Salvatore o, più spesso, specie durante il periodo estivo, sua moglie. Persone semplici che, superata la timidezza e la ritrosia tipicamente "ischitane", con i loro racconti sapranno farvi vivere la storia di una famiglia, di una casa e di un’isola prevalentemente contadina, legatissima alla sua terra e ai segreti che custodisce. Stuzzicate, per esempio, Salvatore sulla raccolta dei funghi porcini, e vi si aprirà un mondo di aneddoti e "fattarielli" - tutti, tra l’altro, documentati e fotografati -, a sentire i quali vi sembrerà di essere dappertutto meno che in un posto di mare in mezzo al Mediterraneo.
A dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che Ischia è molto più che una "semplice" località balneare, ma un’"isola di terra" dove è sempre stato il paesaggio, bellissimo, a consolare gli uomini e le donne della fatica della vita nei campi. Sensazioni, stati d’animo, che la Casa Museo della famiglia Di Meglio contribuisce a tenere vive nella memoria storica dei residenti e nell’immaginario turistico di chi ha la fortuna di venire in vacanza sull’isola d’Ischia.
Vi aspettiamo!!!