Il Castello aragonese e gli scogli di Sant’Anna, a Ischia; la Torre di Sant’Angelo, Pietra Martone, Pietra dell’Acqua e Pietra Perciata, a Serrara Fontana; le Pietre Rosse, la Pietra della Nave, gli Scogli degli Innamorati, la Pietra dell’Impiccato, a Forio.
Ancora, San Pancrazio, la Sgarrupata, la Scannella, la Pelara, Sorgeto, Punta Caruso, solo per citare alcune delle insenature più famose. E poi la Grotta del Mago, quella di Mario e quelle di Mavone se invece ci si volesse soffermare sugli anfratti costieri.
Insomma, si può benissimo studiare un itinerario "insolito" di Ischia seguendo le pietre, le insenature, le grotte che pure hanno grandemente contribuito (insieme alle terme, al mare, al sole, alla salubrità dell’ambiente) a rendere celebre l’isola più grande del Golfo di Napoli.
Non solo si può fare, ma c’è chi lo fa e chi lo ha già fatto. A patto però di non dimenticare lo scoglio più importante di tutti: "Il Fungo" di Lacco Ameno. Qualcuno addirittura sostiene che il Fungo sia più famoso di Santa Restituta, patrona di Lacco Ameno e dell’intera isola d’Ischia.
Il Fungo è un megablocco tufaceo, uno dei tanti che si trovano nel fondale marino a nord dell’isola d’Ischia. L’azione congiunta di acqua, mare e vento ha conferito la caratteristica forma che ne suggerisce il nome e, come non bastasse, la Provvidenza ha "disegnato", proprio davanti lo scoglio, una piccola spiaggia per la gioia di turisti e residenti. Scoglio e spiaggia che si trovano proprio all’ingresso del paese, come solo nella vicina Forio e in qualche isola del Peloponneso.
Se poi le considerazioni sin qui svolte non dovessero essere sufficienti, bisogna rivolgersi alla favola, al mito. Del resto, le leggende servono proprio a vivificare luoghi e situazioni che altrimenti rimarrebbero soltanto immagini anonime.
Nel caso specifico soltanto pietre. E invece il Fungo di Lacco Ameno nella fantasia del poeta e scrittore locale Giovangiuseppe Cervera diventa "dimora eterna" di due giovanissimi amanti, a cui il destino aveva negato la fuga d’amore nell’immenso mare di Ischia:
"Il fato fu inesorabile, come a quel fanciullo e a quella fanciulla che troppo presto si amarono e vollero fuggire nell’immenso mare. Essi perirono insieme, e la natura, affranta, eresse loro nel mare un tumulo, un Fungo che sotto l’alcova della sua ombrella veglia ancora il riposo dei piccoli".