Il 29 e 30 settembre, nella bellissima cornice di Sant’Angelo (Serrara Fontana) va in scena la festa di San Michele, protettore del borgo. È una processione molto sentita dai locali che - tra il passaggio della banda musicale, le Sante Messe, la festa in piazza e la processione a mare -, per due giorni vivono intensamente le celebrazioni dedicate all’Arcangelo più importante della liturgia cristiana, il difensore della fede in Dio contro le orde di Satana.
Del resto, si intuisce facilmente perché questa piccola enclave di pescatori abbia avuto bisogno di una protezione così importante contro le paure ancestrali di un elemento potenzialmente ostile come l’acqua. Non a caso, è proprio la processione a mare il momento più suggestivo della ricorrenza, quello a cui gli abitanti di Sant’Angelo tengono di più. Così come non è affatto casuale la consuetudine di trasportare il santo a bordo di un peschereccio.
Decine di imbarcazioni seguono San Michele Arcangelo nella sua traversata da Punta Chiarito, la collina che cinge la baia di Sorgeto, fino alle Petrelle, dal lato opposto (rispetto a Sant’Angelo) della spiaggia dei Maronti. Addirittura, per i fedeli che non trovano posto sui taxi boat della cooperativa barcaioli di Sant’Angelo, c’è la possibilità di imbarcarsi su due motonavi normalmente impiegate per le gite turistiche nel Golfo di Napoli.
Lungo il tragitto, il santo è continuamente accolto da spettacolari fuochi pirotecnici. In pratica, non c’è albergo, ristorante, bar e abitazione privata che non si senta in dovere di salutare rumorosamente l’angelo Mi-ka-El, nell’iconografia cristiana spesso raffigurato nell’atto di sconfiggere il Demonio, l'angelo del male.
Nella sua poesia di commiato da Forio e dal Mezzogiorno, Wystan Hugh Auden (1907 - 1973) uno dei più grandi interpreti della letteratura anglossassone del ‘900, scrisse a proposito dell’inveterata abitudine di salutare i santi con i mortaretti, che si trattava di "frastuono inteso per esorcismo", un modo per affermare:”Può darsi che noi si sia mortali Ma siamo ancora qui!”.
La poesia però termina con una delle strofe più belle mai scritte: "sebbene non sempre si possa Ricordare esattamente perché si è stati felici, Non ci si dimentica d'esserlo stati”. Vale per l’isola d’Ischia, vale ancor di più per la Festa di San Michele, giù nel piccolo borgo di Sant’Angelo.
Più che raccontarla, bisogna esserci!!!