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Chiesa di Santa Maria della Mercede

Una delle parrocchie più antiche dell'isola d'Ischia. Detta anche La Sacra

Chi vuole approfondire la storia di un territorio non può fare a meno di visitarne le chiese. Vale sempre, ma in Italia più che altrove. Il riferimento non è tanto all’architettura e allo stile che pure sono importanti, quanto alla possibilità di ricostruire la storia civile e religiosa di una località partendo dai suoi edifici sacri e dalle persone che nel corso dei secoli se ne sono fatti carico.

La storia della Parrocchia di Fontana, la frazione più alta dell’isola, in questo senso è emblematica. Scopriamo, per esempio, che originariamente la chiesa si trovava nel piccolo villaggio di Noia e che era dedicata a Sant’Andrea, da cui - ed è il primo aspetto - l’altro nome con cui sono conosciuti i famosi Pizzi Bianchi (o Pizzi di Sant’Andrea).

Nel 1364 (MCCCLXIV) l’allora vescovo di Ischia, Bartolomeo Bussolaro da Pavia
, fece costruire a fianco la chiesa dei ricoveri per religiosi ("hospicium" in latino), che avevano anche funzione di difesa. E chissà se non servirono pure ad ospitare il più famoso fratello Iacopo, un eremitano agostiniano che appena qualche anno prima, a capo di una rivolta popolare, aveva cacciato le famiglie Visconti e Beccaria dalle mura della città di Pavia, ritardandone così l’annessione al Ducato di Milano.


Iacopo Bussolario morì a Ischia nel 1380, mentre il fratello Bartolomeo venne destituito dalla carica di Vescovo nove anni più tardi dall’antipapa di Avignone Clemente VI. Non tutti sanno, infatti, che nel Medioevo la diocesi di Ischia è stata, suo malgrado, al centro del conflitto interno della Chiesa noto come Scisma d’Occidente. Prima l’obbedienza avignonese; poi il ritorno sotto la protezione di Roma, e infine la vicenda umana, religiosa e politica del cardinale Baldassarre Cossa che, proprio dall’isola d’Ischia, di cui era "Administrator", cominciò la sua scalata nelle gerarchie ecclesiastiche fino alla proclamazione di Papa (con il nome di Giovanni XXIII) a conclusione dei lavori del Concilio di Pisa. Una storia complessa che valse al cardinale (cui è intitolato un tratto dell’ex Ss 270 di Ischia) il titolo di antipapa. 

Nel frattempo la chiesa di Sant’Andrea a Noia era caduta in rovina e così, alla fine del XVI secolo, ne venne edificata un’altra proprio dove si trova l’attuale parrocchia. Inizialmente intitolata alla Madonna dell’Assunta, soltanto alla fine del XVIII secolo la chiesa di Fontana assunse il titolo di San Sebastiano e Santa Maria Mercede.

E proprio nella scelta del titolo mariano sta un altro aspetto importante della storia di Ischia. Infatti, l’ordine religioso dei Mercedari nacque nel ‘200 in Spagna proprio per riscattare i cristiani che finivano in schiavitù per mano dei pirati saraceni. Succedeva nella Penisola Iberica, in Nord Africa, nel Mediterraneo meridionale. Succedeva a Ischia.

Perciò, la scelta dell’Università di Fontana di intitolare la parrocchia a Santa Maria della Mercede (o Madonna della Misericordia) ha un enorme valore simbolico, perché riesce a comunicare la sofferenza di questa piccola comunità a 500 metri sul livello del mare che per secoli ha dovuto proteggere se stessa e gli abitanti degli altri casali dell’isola che riparavano sulle pendici del Monte Epomeo dai frequenti attacchi dei pirati turchi.

Detto a grandi linee della storia, la Chiesa Santa Maria La Sacra a Fontana merita anche sotto il profilo estetico. Innanziutto la forma singolare della facciata che asseconda la pendenza e la sinuosità del tratto stradale in cui sorge e poi il sagrato, l’orologio, la torre campanaria e naturalmente la statua della Vergine collocata nei pressi dell’altare del transetto di sinistra. Il resto lo fa lo scenario e la quiete tutt’attorno, a un tiro di schioppo dal sentiero che porta fin su la vetta del Monte Epomeo, il gigante buono dell'isola d'Ischia.

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