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Il Cretaio e il Bosco della Maddalena

Il polmone verde più importante dell'isola d'Ischia.

Sinecologia è la parola chiave: genericamente l’insieme dei rapporti che intercorrono fra l’ambiente e gruppi di specie e di individui. Nel caso del Cretaio, Monte Rotaro o Bosco della Maddalena che dir si voglia, il merito dell'uomo per aver modificato in meglio, una volta tanto, l’ambiente circostante.

Così si spiega l’intuizione felice del Corpo Forestale dello Stato di piantumare tra gli anni ‘30 e gli anni ‘50 del secolo scorso circa 44 ettari di bosco. In prevalenza pini, ma anche lecci e castagni creando, di fatto, il polmone verde più importante dell’isola. Un ambiente unico che confina con il Montagnone dal lato di Ischia e con la Selva del Napoletano, il Monte Trippodi e Piano San Paolo da quello di Barano.

Il Monte Rotaro è raggiungibile sia da località Castiglione, imboccando una traversa laterale che conduce nel cuore della pineta del Bosco della Maddalena, sia da Via Cretaio nella parte interna di Casamicciola Terme.

In entrambi i casi la strada è carrabile
con la possibilità di lasciare comodamente l’auto o altro mezzo di locomozione e addentrarsi a piedi nel bosco. La collina del Cretaio è importante anche dal punto di vista geologico poichè reca numerose tracce sedimentarie delle eruzioni che si sono succedute nel corso dei milleni sull’isola d’Ischia. Il vulcanismo che interessa l’area è di età inferiore ai 10.000 anni, grosso modo dal 350 a. C. fino alla tristemente famosa "Colata dell’Arso" del 1301 che scaturì dalla vicina collina di Fiaiano.



Lungo il tragitto sono ben visibili alcune fumarole
, con l’immancabile "Papiro delle Fumarole" (nome scientifico "Cyperus polystachius"), una pianta rara che ha bisogno, appunto, del particolare microclima delle  fumarole per la sua vegetazione. È presente anche altrove sull’isola e sempre in corrispondenza di queste piccole bocche vulcaniche che valgono bene la metafora di "respiro della terra" o, meglio ancora, quella di "Bocca di Tifeo" come nel caso della fumarola di via Pietra Brox a Forio.

Cisto, edera, ginestra, lentisco, corbezzoli disegnano invece il sottobosco, che però è assai meno fitto rispetto agli altri boschi dell’isola, compresi quelli vicini che si estendono dal lato di Fiaiano. Questo perchè la distribuzione coetanea dei pini ne ha provocato l’eccessiva addensazione con molte zone d’ombra e la conseguenza ulteriore di un eccessivo sviluppo in altezza delle piante, alla ricerca della luce a scapito della crescita diametrale del tronco.

Dalla parte più alta della pineta si può godere di un bellissimo panorama con la vista contemporanea del porto di Ischia e del Castello Aragonese. Poco più giù invece, il cratere di Fondo D’Oglio, uno dei quattro crateri che disegnano la morfologia del Monte Rotaro, location ideale per pic-nic e giornate all’aperto in compagnia di amici e parenti.

Insomma, il Monte Rotaro è un ambiente selvaggio eppure assai giovane dal punto di vista geologico e vegetazionale. Quasi 450.000 metri quadrati di macchia mediterranea fondamentali per l’ecosistema dell’isola più grande e bella del Golfo di Napoli.

Magia dell’isola d’Ischia!

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